La cultura che sempre più persone decidono ogni giorno di combattere

Questa atmosfera ferma, questa puzza di caserma, questo retrogusto eterno che chiunque di noi conosce e respira dalla nascita: non fare la femminuccia, sorridi che sei più bella, le bambine sono intriganti, i maschietti fanno la lotta, è la natura, e se quello ti dà un calcio e tu sei un maschio lo devi restituire, se invece sei una femmina forse l’hai fatto arrabbiare, i maschi non piangono, le femmine piangono molto, però è meglio se sorridono, anche se il pianto si sa che fa gli occhi belli, e poi più avanti, se lei non ti vuole insisti e vedrai che alla fine la convincerai, le donne si sa che dicono no ma poi vuol dire sì, e se gliel’hai data al primo appuntamento non è che ti potevi aspettare di esser presa sul serio dai, e guarda che adorabile figlio di puttana quello, se l’è fatte tutte sai, e guarda quella troia che si è permessa di rispondermi davanti a tutti, e se sei un vero uomo devi essere quello che porta i soldi a casa altrimenti sei un fallito, e tu hai voluto la parità e poi come vedi non sei capace di fare la mamma e la lavoratrice insieme, e quante pretese, e pensa a chi sta peggio, e ma io mica le picchio le donne, non siamo tutti così, non vedo cosa c’entro io, non è un mio problema.

Questo clima, questa cultura, esattamente quest’aria qui. È questa la cultura che sempre più persone decidono ogni giorno di combattere.

È un dramma culturale, che diventa una tragedia sociale: per ogni articoletto sul vecchio che cerca di stuprare la sua badante tradotto in ‘nonno arzillo con tanta voglia d’amore che mette nei guai la badante straniera’ potremo vedere attenzioni non richieste, molestie, stupri, violenze non denunciate ‘perché tanto è inutile’. Per ogni consigliere comunale fallito che usa parole di violenza impunite contro gli omosessuali potremo vedere ancora molestie verbali, ragazzi buttati fuori di casa, tentativi di suicidio, aggressioni fisiche. Per ogni servizio giornalistico sull’ennesimo femminicidio spacciato per ‘delitto passionale’ continueremo a vedere donne che si pagano il funerale in anticipo, rassegnate ormai a un destino che pare ineluttabile perché oh, quel brutto tipo te lo sei scelta tu, quindi sicuramente è colpa tua.

Questo clima irrespirabile è esattamente quello che stiamo combattendo ogni giorno. Ci viviamo dentro, ci esercitiamo a riconoscerlo in noi e a rifiutarlo, perché vogliamo un altro modo di vivere e di pensare, e vogliamo altre parole con cui costruirlo.

Questo clima orrendo, fomentato ad arte da uomini e donne che hanno deciso che invece ci si sta bene: ognuno al suo posto, come ai bei vecchi tempi, la gerarchia di chi può alzare la voce e chi resta invisibile, il potere da mantenere a ogni costo. Purché non capiti a loro, di occupare per una volta l’ultimo posto della catena alimentare. Perché è vero, perché è così che finisce: ti chiami Giorgia Meloni e sei dalla parte giusta, sei stata ministra, hai appoggiato governi, hai votato per la legge Fornero, hai votato per tutte le leggi ad personam di Berlusconi, hai candidato Vittorio Feltri alla presidenza della repubblica, hai chiesto di affondare le navi dei migranti, hai contribuito concretamente a rendere molto complicata la vita delle persone omosessuali e delle loro famiglie e insieme hai negato che ci sia un problema di omofobia e transfobia, ti sei dichiarata contraria al reato di tortura nell’ordinamento giuridico italiano, ti sei dichiarata contraria al divorzio breve, all’eutanasia, allo ius soli e allo ius culturae. Hai fatto tutto come ci si aspetta.

Poi arrivano tre maschi di potere che si danno di gomito e parlano di te come si parla delle donne in questo paese, e ti ricordano che tu non sei una di loro, che stai un gradino sotto, che l’impalcatura che tu stessa contribuisci ogni giorno a mantenere è proprio questa.

Noi non insultiamo Giorgia Meloni nel modo vomitevole di pensare che non ci corrisponde. Noi però lo sappiamo, che Giorgia Meloni è una delle tante complici di questo sistema, di cui fa attivamente parte. Noi ce lo ricordiamo, che Giorgia Meloni ha avuto la sua possibilità di fare la differenza, stando al governo per quattro anni e stando in parlamento ininterrottamente dal 2006, e ha preferito passare il tempo a fare l’ancella di Berlusconi e a cercare di restringere le libertà di chiunque non fosse come lei.

La solidarietà istituzionale è un conto, non entro nel merito, quella individuale è proprio un altro paio di maniche, e io scusate, non ho tempo da perdere per ossequiare una volenterosa fiancheggiatrice di questa cultura che ci odia e ci vuole in silenzio, o cadaveri.

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