Sempre più raffinati e talentuosi, Paolacci e Ronco, quasi usassero silicone al posto dell’inchiostro, saldano il lettore alle pagine, forti della loro voce autentica e dello sguardo prezioso e attento con il quale percorrono e restituiscono una città storicamente e fisiologicamente restia a farsi conoscere; fortidella loro scrittura diretta e al contempo elegante, brillante e precisa, chirurgica da quanto curata e mirata, eppure allo stesso tempo vibrante e appassionata.
Forti di una grandissima capacità nel gestire una pluralità di personaggi, calibrandoli alla perfezione e dotandoli di linfa propria e peculiare.
Forti di una storia intrigante e tesa, che coinvolge poteri politici, conflitti sociali, sottobosco criminale così come, per competenze, anche la Digos, dando corso ad una sinergia efficace e accattivante e ad un innesto decisamente interessante, come quello dell’ispettore capo Pasquale Mastantuono, che auspichiamo ritrovare anche nel futuro.
Forti nella tessitura del plot, che chiuderà ogni punto, lasciandoci in mano non il fatidico cerino, ma il capo di un fil rouge potenzialmente dirompente, ponte verso una nuova storia che già ci scopriamo ad attendere.
Forti.
Fortissimi.
Sabrina De Bastiani