Dicono di Rosso profondo

Recensioni e interviste

Articolo in aggiornamento

Samantha Viva su Critica Letteraria:

È molto interessante la scelta operata dai due scrittori di parlare a posteriori di questo cold-case italiano, per molte ragioni, che poi sono anche i temi portanti del libro. 

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Emanuela Chiriacò su LeccePrima:

Quella di Paolacci e Ronco è la costruzione di un puzzle composito che restituisce umanità a tutti gli attori coinvolti. Un puzzle composito come gli occhi degli insetti, occhi che, sensibili al minimo movimento, sono capaci di inquadrature grandangolari e straordinari tempi di reazione.

Rosso Profondo (Ubagu Press) è un libro intenso fondato sul rigore scientifico di due giornalisti dotati di flicker-fusion e di una lingua fluida, scorrevole e coinvolgente che armonizzando tiene incollato il lettore dalla prima all’ultima pagina.

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Gianni Montieri su Huffingtonpost

Ora, gli scrittori indagano, spulciano archivi, intervistano, prendono appunti, spostano post-it, leggono giornali dell’epoca, camminano di giorno e di notte per Torino. Perché il libro ha due cuori, uno è Franca, la vittima, l’altro è la città, che viene restituita in tutta la sua bellezza e mistero. La città partecipa ai fatti, li permette, li accompagna. Paolacci & Ronco riescono a far emergere un fascino che scoprivamo nei libri di Fruttero & Lucentini e che credevamo perduto. Non diremo quale esito ha questo libro, non è il caso di privare la lettrice e il lettore, non della sorpresa finale, ma del gusto di scoprire come avanzano i due scrittori.

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Antonia Del Sambro su La bottega del giallo

Antonio Paolacci e Paola Ronco in questo thriller ispirato a un fatto reale di cronaca nera in alcune pagine fanno i bravi scrittori, in altre fanno gli eccezionali cronisti e altre ancora si cimentano perfino come detective. Il risultato è un romanzo che si divora pagina dopo pagina e che fa riflettere su quanto la narrativa italiana di genere sia a un livello talmente alto per struttura, stile e linguaggio che dovrebbe essere la più tradotta al mondo.

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Intervista a cura di Samuela Moro per Salotto Giallo

Ci attraggono le storie nere perché attraverso esse possiamo guardare a distanza di sicurezza – o almeno così ci pare – qualcosa che si agita informe anche nei luoghi più remoti di noi; qualcosa che forse ci somiglia più di quanto non ci piaccia ammettere; qualcosa di cui vorremmo poter capire il senso.

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Emanuela Cocco su Minima&moralia

Con una incredibile attenzione al dettaglio, e alla sua resa drammatica, gli autori di Rosso profondo ricostruiscono in modo impeccabile e appassionante gli ultimi giorni di vita della donna, il tortuoso percorso investigativo del caso e anche i dilemmi di chi, senza smettere di interrogarsi sul senso della sua scrittura, affronta scrupoli, paure, resistenze rispondendo con la caparbietà di chi ha deciso di scrivere un libro non solo per raccontare i fatti di una storia di sangue, ma anche per provare a capire e dire qualcosa capace di scalfire la superficie della notizia.

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Gabriele Farina ci ha intervistati per il Quotidiano Piemontese

Un libro scritto come un giallo, con la differenza che quello che c’è scritto è tutto accaduto realmente. Un romanzo appassionante e interessante anche come documento storico, che racconta una Torino ed un’Italia molto diverse da quelle attuali.

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Bettina Delia su Universo letterario

Il vero protagonista è l’arte di scrivere, che in fondo è sempre una capacità di indagare. Il lettore non può che rimanere sedotto dal mistero quando si mescola alla verità.

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Sabrina De Bastiani su Thrillernord

Il lavoro magistrale di Antonio Paolacci e Paola Ronco, sostenuto dalla loro scrittura nitida, potente, rotonda eppure incisiva, avvolgente e autentica, la loro prospettiva inedita nell’affrontare la materia, il materiale umano, la vicenda tutta, a 360 gradi, permette a fine lettura di comprendere decisamente meglio e fare luce sul perché un delitto come quello di Franca Demichela sia rimasto insoluto.

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Samuela Moro su Salotto Giallo

Un libro che appassiona, inquieta e fa riflettere. Ciò che lo rende così interessante è la capacità degli autori di muoversi tra documenti, testimonianze e suggestioni senza mai perdere il senso etico della narrazione.

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