di Paola Ronco

Ho attaccato questo nuovo capitolo del grande romanzo di Schiavone con la contentezza di quando aspetti un amico, e sai già che starete bene come sempre, e che userete quel vostro lessico che sapete voi, e farete quel tipo di battute che vi fanno sempre ridere tanto, e non vedi l’ora.
Poi però l’amico di sempre, tra le chiacchiere e le risate, ti porta su un binario più serio. Ma lo vedi cosa sta succedendo là fuori?, ti chiede, e tu che sei in ecoansia da decenni lo stai a sentire e ribatti, la testa che va a mille.
A questo giro l’adorato e stropicciato vicequestore romano si ritrova con l’ELP, Esercito di Liberazione del Pianeta, che promuove azioni nonviolente e clamorose, come per esempio la liberazione in autostrada di un sacco di galline provenienti da un allevamento lager. La gente si passa i video delle azioni e ride, alcuni cominciano a salutarsi mettendo le quattro dita davanti alla faccia, il simbolo del gruppo.
A Schiavone questi tizi piacciono, e ovviamente pure a te, parecchio, anche quando poi sembra che i tizi alzino il tiro ammazzando un imprenditore, perché tu e Schiavone lo capite subito, che l’ELP non c’entra niente. Giusto la Digos potrebbe crederci, e infatti.
E allora Schiavone si deve mettere lì a ricomporre i pezzi, non solo per risolvere il suo doppio caso, ma anche per cercare di tirare via l’ELP dalle grinfie di chi vorrebbe lasciare tutto immobile, come se fosse il migliore dei mondi possibili.
Il resto, invece, l’amato Schiavone (l’ho già detto che lo adoro?) non lo sistema mai, proprio come il tuo amico del cuore, a pensarci; amori dissestati, notti insonni, la certezza degli amici di sempre, una squadra di lavoro improbabile e vera quanto lui.
Finisce con te che ti chiedi come sia possibile che non siamo tutte e tutti ancora entrate nell’Esercito di Liberazione del Pianeta, e cosa stiamo aspettando ancora, mentre fuori volano alberi e piovono rane e chicchi di grandine enormi, anche se lo sai che tanto cercherebbero di accollarti qualche crimine che non hai commesso, perché non deve cambiare nulla.
E finisce che anche tu, come Schiavone (che non so se l’ho detto quanto lo adoro), inserisci nel tuo cartellone delle rotture di coglioni, all’ottavo livello, gli ignavi.